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Come diagnosticare i problemi della lavastoviglie



Introduzione

La tecnologia al giorno d'oggi ci permette di effettuare in maniera molto semplice delle operazioni che in passato sarebbero state assai ardue e difficoltose. Ad esempio, gli elettrodomestici ci permettono oggi di semplificare alcune operazioni e attività quotidiane. Questi strumenti sempre più sofisticati, possono comunque danneggiarsi. In questa guida porremo l'attenzione ai problemi di un particolare elettrodomestico, ovvero la lavastoviglie.

Occorrente

Assicurati di avere a portata di mano:
  • Multimetro
  • Attrezzi da lavoro








Quando la lavastoviglie non funziona prima di tutto bisogna effettuare il controllo dei fusibili e degli interruttori. Questo ci permetterà di capire se questi elementi presentano dei danneggiamenti. Controlliamo anche che la presa elettrica della lavastoviglie siecorrettamente inserita alla corrispettiva presa. Contestualmente verifichiamo anche l'integrità del cavo elettrico. Qualora la lavastoviglie continui a non funzionare, nonostante i precedenti controlli, evidentemente ci sono degli altri componenti danneggiati. Magari qualche parte meccanica come quella relativa la chiusura dello sportello.

Come diagnosticare i problemi della lavastoviglie
Un'altra problematica può riguardare altre componenti. Infatti a volte capita che il motore emette un rumore ma la lavastoviglie non parte comunque. In questo caso sarebbe opportuno controllare la pompa e il motore. In modo tale da poter ricercare eventuali blocchi. Qualora fossero presenti quest'ultimi è bene eliminarli del tutto. Possiamo anche verificare lo stato della cinghia di trasmissione. Se non ci fossero dei blocchi o delle particolari rotture, possiamo, per mezzo di un multimetro, dare una controllata al relè del motore.
Come diagnosticare i problemi della lavastoviglie
Un altro problema della lavastoviglie può riguardare il carico d'acqua. A volte succede che la lavastoviglie, dopo aver caricato l'acqua, scarichi immediatamente la stessa. In questo caso dobbiamo accertarci che il rubinetto dell'acqua collegato alla lavastoviglie non abbia perdite. Ma soprattutto dobbiamo accertarci che esso porti realmente dell'acqua all'elettrodomestico. Controlliamo che il tubo non abbia strozzature. Diamo una verifica anche al braccetto della valvola dedita allo scarico. Questa valvola si compone di due parti: il braccetto e il solenoide. Possiamo provare a muovere il braccetto verso l'alto o verso il basso. Quest'ultimo dovrebbe muoversi senza particolari problemi. In caso contrario probabilmente le molle, che ne permettono il movimento, avranno una qualche rottura. Possiamo anche cambiare il solenoide, qualora le molle le non avessero particolari danneggiamenti.

Consigli

Non dimenticare mai:
  • Non cominciate il lavoro se non siete sicuri di quello che fate. Potreste, infatti, danneggiare ulteriormente la vostra lavastovigle
Alcuni link che potrebbero esserti utili:

Come usare le terre colorate sul legno





Come scegliere il sistema di riscaldamento


Introduzione

Il sistema di riscaldamento è un elemento fondamentale della nostra abitazione, che ne determina il livello di efficienza e di comfort. Scegliere l'impianto più adatto è importante per garantire la giusta temperatura durante tutto l'anno, ma anche per limitare i costi e per rendere più eco-sostenibile l'edificio. Vediamo come valutare le diverse soluzioni per individuare quella più adatta, sia per una casa nuova che per una ristrutturazione.
Quando decidiamo di rinnovare l'impianto di riscaldamento, dobbiamo innanzitutto stabilire quale quale tipo di investimento vogliamo fare. Se stiamo progettando una nuova abitazione possiamo considerare la possibilità di installare impianti di ultima generazione, come i pannelli fotovoltaici, se invece abitiamo in una casa in affitto possiamo invece valutare l'acquisto di una stufa a pellet o ad elettrico. Consideriamo inoltre l'ampiezza della nostra casa e dei singoli locali, valutando il grado di dispersione del calore, ma anche l'esposizione dell'edificio ai raggi solari. Informiamoci infine su eventuali servizi già presenti sul territorio, come il teleriscaldamento.
La scelta del sistema di riscaldamento è determinata soprattutto dal tipo di materia prima usata nella combustione, dovremo quindi considerarne i costi, la resa e il tipo di manutenzione necessaria. Il gas è di facile installazione, basta allacciarsi alla rete urbana di distribuzione e potrà essere usato anche per scaldare l'acqua e per la cucina. Il GPL e il gasolio vengono conservati in serbatoi interrati, richiedono quindi un certo spazio disponibile. Il gasolio può essere unabuona alternativa nelle abitazioni dove non è possibile usare il gas.
Tra le alternative più economiche ed efficienti abbiamo lo stufa a pellet, la classica stufa a legna o il caminetto. Oltre al pregio estetico abbiamo una resa termica molto alta, un basso impatto ambientale e un alto livello di sicurezza. La pulizia costante della stufa è pero essenziale, dovremo inoltre disporre di un canna fumaria a cui collegarci.
Gli impianti più innovativi studiati per le nuove abitazioni permettono di sfruttare al meglio il calore e di limitare le emissioni. I sistemi a irraggiamento, installati a parete o a pavimento, permettono di scaldare in modo ottimale la stanza grazie alla circolazione naturale dell'aria: il calore infatti tende a salire naturalmente verso l'alto. Sono quindi una alternativa ideale rispetto ai classici radiatori e consentono anche il recupero di spazio. I pannelli solari sono un buon investimento per abitazioni ampie e nuove, dove si prevede un ampio consumo di energia: l'acqua riscaldata può essere usata sia per uso domestico che per il riscaldamento.

Consigli

Non dimenticare mai:
  • Scegli il sistema di riscaldamento in base alle caratteristiche della casa e al contesto in cui è collocata
  • Valuta i diversi costi di acquisto delle materie prime, ma anche la resa e le spese di manutenzione

Come installare la idrostufa a pellet



Introduzione

Le termostufe o idrostufe sono dei generatori di calore a pellet che si collegano all'impianto idraulico e servono a scaldare l'acqua che circola nei termosifoni. L'acqua è riscaldata attraverso le pareti della camera di combustione, attigue al braciere, ma anche dall'interno. La idrostufa a pellet può avere un'accensione automatica e richiede poco spazio per memorizzare il carburante. Il pellet non deve essere caricato spesso, in quanto ha una tramoggia integrale che può contenere combustibile per 1 o 2 giorni. Questo tipo di stufe producono poca cenere e hanno sensori di temperatura. Alcuni modelli devono essere programmati per accendersi automaticamente come una caldaia convenzionale, con la possibilità di azionamento attraverso un telecomando. Nei passi a seguire sarà spiegato come installare una idrostufa a pellet, tenendo conto di alcune regole e norme ben precise.

Occorrente

Assicurati di avere a portata di mano:
  • Idrostufa
  • pellet
  • tubi di sfiato
  • piastra di protezione
Come installare la idrostufa a pellet
Determinate la dimensione corretta dellaidrostufa a pellet per capire il metraggio quadrato della vostra casa. Ad esempio: una casa di 2.000 metri quadrati può essere riscaldata da una stufa che è valutata a 60.000 unità termiche britanniche (BTU); se la vostra casa è di 1300 metri quadrati, una stufa a pellet a 42.000 BTU funzionerà bene. Contattate l'ufficio locale della vostra città per sapere se ci sono delle normative in materia di pellet o di stufe a legna (poiché l'inquinamento atmosferico sta diventando sempre più di una preoccupazione, il vostro comune può avere trasmesso normative a limitare l'uso del pellet o della combustione della legna da ardere).
Come installare la idrostufa a pellet
Una idrostufa a pellet tende ad essere più grande delle stufe a legna e non possono essere facilmente incassate in una canna fumaria in quanto sono molto alte (circa 1600 millimetri con il tramoggia e il coperchio aperto). Scegliete il posizionamento della stufa accuratamente e determinate se il pavimento è abbastanza forte per sostenerla. Installate l'idrostufa circa a sette centimetri dalla parete; montate in modo corretto i tubi di sfiato e utilizzate solo quelli a norma; collegateli sul retro della stufa e tagliate un foro attraverso la parete; sigillate i tubi alla parete. Estendete l'estremità del tubo di sfiato di almeno 6 centimetri di distanza dal muro e impostate lo sfiato al di sopra delle tubazioni di aspirazione.

Come installare la idrostufa a pellet
Se volete alzare la ventola ad un livello superiore, installate una sezione verticale della tubazione di sfiato su entrambi gli esterni o gli interni della vostra casa (questo può contribuire a ridurre i danni visibili all'esterno). Installate una piastra di protezione sulla parete esterna per impedire la fuoriuscita di gas; coprite l'estremità del tubo con un tappo di sfiato.


Consigli


Come ristrutturare il tetto di un rustico


Introduzione

Se abbiamo la necessità di ristrutturare un rustico, saremo obbligati a fare una serie di valutazioni, allo scopo di individuare e scegliere il modo più idoneo per intervenire e la spesa da affrontare. Un rustico infatti ha una sua storia e, prima di prendere decisioni avventate, sarà bene considerare i danni da riparare, le sostituzioni da effettuare e le manutenzioni da apportare, pur sforzandoci di rispettare la struttura e l'aspetto dell'immobile. In particolar modo, la presente guida ci fornirà diverse indicazioni per sapere come ristrutturare il tetto di un rustico.

Occorrente

Assicurati di avere a portata di mano:
  • Preventivo, sistema termico isolante, tegole, travi, grondaie e tutto ciò che è da sostituire.
Come ristrutturare il tetto di un rustico
Compiere la ristrutturazione di un tetto, potrebbe rivelarsi un'operazione abbastanza dispendiosa e lunga. La possibilità di effettuare i lavori in poco tempo e con una disponibilità economica relativa, dipende indubbiamente da un'analisi complessiva dello stato del tetto e dell'edificio, ovvero in base alla conservazione ottimale o meno del rustico nel corso degli anni.
Come ristrutturare il tetto di un rustico
Un primo intervento indubbiamente necessario, è costituito dalla realizzazione nel tetto di un sistema termico isolante, in grado di ridurre il caldo durante la stagione estiva e mantenere un'ambiente meno freddo durante i mesi invernali. A tale scopo, sarà necessario servirsi di una camera di ventilazione, da sistemare tra il manto e la soletta di copertura. Il tetto ventilato, potrà essere realizzato con l'ausilio di pannelli in sughero (molto adatti per isolare l'edificio da sbalzi climatici), attraverso il quale creare una barriera capace di isolare il rustico, anche in senso acustico. Stesso discorso va detto anche per l'impiego di grondaie di ottima qualità. Queste ultime, dovranno essere scelte preferibilmente di rame, in modo da mantenere la gradevole estetica del rustico.



Come ristrutturare il tetto di un rustico

Le travi di legno del rustico invece, potranno essere mantenute se non presentano segni di danneggiamento a causa di umidità o tarli. In quest'ultimo caso ovviamente, sarà necessario sostituirle. I rifacimenti e le coperture, dovranno essere ricostruite utilizzando gli stessi materiali o comunque le stesse componenti con i quali il rustico è stato in origine costruito. Se ad esempio il tetto è realizzato con delletegole, è consigliabile attenersi allasemplice ristrutturazione e alla parziale sostituzione delle componenti visibilmente danneggiate. In questo modo, si porterà a termine una semplice ristrutturazione, evitando di prolungare eccessivamente i tempi di ricostruzione dovuti ad un cambiamento totalizzante ed oneroso delle componenti. Al pari dei precedenti, cornicioni e sporti dovranno essere controllati e mantenuti in modo integro. Questi infatti, hanno soprattutto lo scopo di proteggere la muratura del rustico da umidità o comunque da sbalzi di temperatura eccessivi.


Consigli

Non dimenticare mai:
  • Se il tetto si presenta con delle tegole, sarà bene sostituire solo quelle danneggiate, anzichè eseguire un totale rifacimento.
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Come installare il riscaldamento autonomo



Introduzione

Se abitate in un condominio, sapete benissimo che vi sono alcune regole di base che devono essere rispettate. Tra queste molto volte causa di litigio può essere l'azionamento o meno del riscaldamento. Con l'inverno e la stagione fredda si rende quindi necessario accendere i riscaldamenti. Molto spesso vengono anche accesi presto a partire dal mese di ottobre. In un condominio, gli orari relativi all'accensione e allo spegnimento del riscaldamento vengono stabiliti in assemblea condominiale, con l'inevitabile svantaggio di dover sottostare a regole fisse che non sempre vanno bene a tutti. In questa guida vedremo come è possibile installare un impianto di riscaldamento autonomo, in modo da ottimizzare i costi e renderli più affini alle nostre esigenze quotidiane.
Il riscaldamento autonomo rappresenta quindi una soluzione ottimale per tutti. In questo modo infatti si ha la possibilità di gestire in maniera proficua tale impianto, evitando di sprecare calore ed energia quando non siamo presenti a casa o quando siamo via per alcuni giorni e non riteniamo necessario avere la casa riscaldata al massimo. Attualmente la legge non prevede ostacoli per passare dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo, tuttavia è necessario dare preavviso al condominio, meglio se durante un assemblea, fornendo prove oggettive che l'impianto centralizzato non permette all'appartamento di godere della piena qualità del servizio di erogazione del calore. Seguendo la stessa normativa occorre precisare che l'installazione di un impianto autonomo non dovrà danneggiare in alcun modo l'erogazione di calore negli altri appartamenti.
È importante sottolineare però che il condomino che decide di rendersi autonomo dovrà comunque continuare a corrispondere al condominio le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell'impianto centralizzato. Oltre chiaramente anche a quelle relative alla sua conservazione. Sarà invece escluso solo da quelle spese che riguardano la gestione del canone di riscaldamento e da quelle che riguardano l'acquisto di combustibile.
Una volta autonomi, è importante saper scegliere bene la tipologia di caldaia da installare a casa che più si avvicina alle nostre esigenze. Avete la possibilità di scegliere tra un modello tradizionale a gas o uno più moderno a condensazione, capace di consumare il 30% in meno rispetto ad un modello tradizionale. Inoltre per questo secondo modello sono previsti importanti sgravi fiscali per la installazione. È una scelta coraggiosa ma che se ritenete giusto fare vi porterà un'autonomia di gestione e un risparmio economico da non sottovalutare.

Come riparare una vecchia lampada


Introduzione

Quando si possiede un'antica lampada, o se ne acquista una d'epoca, è quasi d'obbligo ispezionarla a fondo per essere sicuri che funzioni correttamente e in sicurezza. Infatti, quando una lampada è in disuso prolungato, la guaina che ricopre e protegge i fili all'interno del cavo elettrico può essere danneggiata o consumata, ed è facile venire a contatto con il filo di rame. Inoltre, i terminali della spina potrebbero essere corrosi e l'interruttore potrebbe non funzionare correttamente. Ad ogni modo, è possibile acquistare i pezzi di ricambio della lampada in qualsiasi negozio di ferramenta, poiché queste parti sono utilizzate anche nella costruzione delle moderne lampade. Premesso questo, vediamo come riparare una vecchia lampada.
Il primo passo consiste nel procurarsi tutti gli strumenti necessari ad effettuare la riparazione.
Dopo aver staccato l'interruttore dalla corrente, è necessario procedere allo smontaggio della lampada. Iniziamo dunque con lo svitare il paralume, il suo rivestimento, e la porzione contenente tutti i dispositivi di funzionamento elettrico. Tenete conto che generalmente i fili elettrici vengono tenuti sulla base della lampada tramite delle viti, in modo da fissarli ottimamente.
Pertanto, i fili dovranno essere staccati delicatamente. Adesso, è necessario tagliare con un coltello e staccare una minima parte del rivestimento di gomma della lampada (il rivestimento che protegge ifili di rame al suo interno). Questi ultimi, dovranno apparire scoperti per almeno 9-10 mm. Procedete pertanto in questo senso, facendo molto attenzione ad eseguire un collegamento corretto (per evitare che facciano "contatto" con conseguenze immaginabili). Ricordate che i fili di rame non devono fuoriuscire in modo esagerato.
Dopo aver collegato i fili di rame, si potrà provvedere al montaggio della lampada. Rimontate dunque i diversi pezzi, compresa la sistemazione dei pezzi elettrici all'interno della base della lampada. È consigliabile sostituire la vecchia lampadina con una nuova e provare subito il suo 
Per finire, ricordate di usare la massima accortezza e diligenza durante la riparazione. Staccate sempre la lampada dall'interruttore di corrente prima di operare, e non toccate assolutamente la lampadina al suo interno (nemmeno dall'esterno, se questa è collegata alla presa di corrente). Il rischio di folgorazione in questi casi, è piuttosto elevato.

Come restaurare un pavimento in mattoni


Introduzione

Il pavimento rappresenta la parte dell'appartamento maggiormente soggetta all'usura, agli urti oppure all'umidità (specialmente nei piani bassi di una palazzina): qualora fosse fatto di mattoni (laterizi), esso potrebbe tendere a consumarsi oppure sconnettersi, se posizionato sopra un solaio in legno, per colpa delle vibrazioni di quest'ultimo. 
Ma come bisogna restaurare correttamente un determinato pavimento in mattoni antico? Se non conoscete la risposta esatta, vi consiglio di leggere attentamente tutte le istruzioni che vengono riportate nei passaggi successivi della seguente pratica e rapida guida.

Come restaurare un pavimento in mattoni

Innanzitutto, affinché si possa restaurare un pavimento antico nel modo migliore, bisognerà procedere con un rilievo ed un’approfondita analisi, evidenziando lo stato di conservazione: anche una ricerca storica potrebbe risultare utile per conoscere bene gli eventuali ulteriori restauri. Alcune volte, i pezzi del pavimento perdono aderenza con il massetto: in questa situazione, sarà sufficiente smontarli e rimontarli secondo il disegno di posa (se sono in buono stato) oppure sostituirli con dei nuovi elementi dalle dimensioni e dalla forma uguali agli originali.
Come restaurare un pavimento in mattoni

Spesso, la rimozione della pavimentazione potrebbe essere un vantaggio; infatti, sarà possibile realizzare ex-novo il massetto e fare in modo che, sotto quest'ultimo, passino le linee degli impianti elettrico, idrico e del riscaldamento: ciò andrà a beneficio della muratura, dove le tracce saranno contenute al minimo. 
Il metodo che occorre adottare per rimuovere e ricostruire un pavimento è quello di rifarlo utilizzando dei materiali di recupero ed avendo cura di realizzarlo identico a quello originale: in caso contrario, si dovranno analizzare i pavimenti oramai storicizzati (anche se non originali), presenti in altri ambienti del medesimo edificio.
Se desiderate riproporre il pavimento originale, precedentemente al proprio smontaggio, sarà opportuno effettuare dei rilievi approfonditi (comprendenti, ad esempio, dei disegni o delle fotografie), per disporre delle indicazioni dettagliate per il rimontaggio, che andrà eseguito attraverso dei materiali di recupero oppure nuovi (qualora fosse necessario).
Anche la scelta del materiale è essenziale: infatti, ci sono numerose tipologie di laterizi, le cui caratteristiche differiscono per dimensione, colore (che può andare dal giallo al rosso cupo e al marrone) e ruvidità della superficie (che potrebbe essere irregolare o levigata, secondo la manifattura).
Da non sottovalutare è anche la selezione della malta nei giunti (che potrebbe essere bianca, scura o addirittura di una colorazione simile al laterizio). 
Quando avrete terminato il pavimento, è necessario porre molta attenzione al trattamento finale, perché il pavimento potrebbe risultare più o meno lucido ed avere uno specifico grado d'idrorepellenza: infatti, esistono particolari tipologie di cera naturale capaci di assolvere questi compiti, che contribuiscono all'effetto conclusivo in maniera rilevante.
Per orientarsi sulle migliori scelte, in sede progettuale, bisogna osservare dei campioni di materiale: è possibile effettuare anche delle campionature in loco, per vedere varie soluzioni prima di procedere definitivamente con il lavoro.

Consigli

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Come sostituire la tavoletta del water


Introduzione

Un tempo la tavoletta del water si comprava bianca o nera. I più audaci osavano per qualche colore pastello, come il verde, il rosa e il celeste. Oggi tavolette originali e curiose in giro ce ne sono davvero tante. Basta guardarsi intorno, anche in qualsiasi supermercato, reparto accessori bagno per scoprire tavolette per water con paesaggi, personaggi dello sport e del cinema. Tuttavia indipendentemente dall'estetica della tavoletta, sarà meglio far cadere la vostra scelta su una tavoletta per water di qualità. Nella guida che segue vi sarà spiegato nei minimi dettagli come sostituire la tavoletta del water. Non è un'operazione che richiede l'aiuto di un esperto, infatti con poche e semplici mosse sicuramente ci riuscirete.

Occorrente

Assicurati di avere a portata di mano:
  • tavoletta del water di legno, poliestere, ecc.

Come sostituire la tavoletta del water
Acquista la nuova tavoletta del water in un negozio apposito. Rispetto a qualche anno fa, ne esistono di diversi modelli, stili e colori tra cui scegliere, dal classico al più divertente. Ti resta solo l'imbarazzo della scelta. L'importante è optare per un materiale di qualità e che duri a lungo. Evita pertanto la plastica e simili. Prendi gli eccentrici conrelativi vitoni (bulloni di montaggio) che trovi in dotazione quando compri il sedile e, successivamente posizionali su entrambi i lati dellaparte posteriore del sedile. Gli eccentrici vanno poggiati sui buchi posteriori sopra il water, i vitoni collegati agli eccentrici, passeranno attraverso la tazza di ceramica, e saranno fissati nella parte di sotto con i dadi.
Come sostituire la tavoletta del water
Nel caso in cui prima devi togliere il vecchio sedile, allora con una chiave inglese di adeguata misura, svita i due bulloni principali, togliendo anche le rondelle. Se noti una certa resistenza, significa che con il tempo si è depositato il calcare, rendendo difficile l'operazione. Non tentare di rimuoverlo con lame o attrezzi appuntiti, perché rovineresti irrimediabilmente la ceramica. Prova invece ad avvolgerli con un panno imbevuto di olio sgrassante, che lascerai in sede per una mezz'ora. Viti piuttosto grosse richiedono una chiave a bussola. Una volta rimosse, pulisci accuratamente l'interno dei fori e l'area circostante con un normale detergente per sanitari, e leviga l'apertura con una carta vetrata a trama fine, passandola con mano molto leggera. Togli quindi la polvere in eccesso e asciuga con uno straccio pulito privo di peli.

Come sostituire la tavoletta del water
Rimuovi la vecchia tavoletta. Infila i nuovi apparati di fissaggio e avvitali agganciandoli dal basso. Questo accorgimento ti permetterà di apporre la tavola sostituitiva nella stessa identica posizione della precedente. Non stringere troppo, perché se non dovesse andare bene, sarà poi difficile da rimuovere una seconda volta. Prova a sederti su wc e a muoverti leggermente a destra e a sinistra: non devi avvertire sbilanciamenti o traballamenti. In caso contrario, spingi più a fondo le viti. Per un lavoro perfetto, passa sulle parti metalliche un prodotto antiruggine, che assicurerà loro una lunga vita e eviterà manutenzioni successive.

Consigli


Non dimenticare mai:
  • Se volete che la vostra tavoletta duri più a lungo evitate di farci andare acqua e abbiate l'accortezza di asciugarla tutte le volte che si bagna.
Alcuni link che potrebbero esserti utili:

Come fare riparazioni d'emergenza sui tubi


Introduzione

Gli incidenti domestici lo sappiamo tutti sono all'ordine del giorno, ognuno di noi chi più o chi meno ha fatto dei lavori in casa. Le riparazioni dei tubi sono tra le più complesse e non facili da fare, sopratutto le tubature in metallo con filettature danneggiate vanno rigorosamente sostituite o se si è capaci vanno riparate per non correre il rischio di avere in casa perdite copiose di liquidi o peggio ancora di gas. In questa guida vedremo insieme i passaggi necessari su come fare riparazioni d'emergenza sui tubi in modo da vere un risultato il più professionale possibile.
Come fare riparazioni d'emergenza sui tubi
Iniziamo la nostra guida con la riparazione delle tubature di metallo. In questo caso, misurate il diametro esterno con un righello, e aiutatevi con un manometro per determinare la dimensione delle filettature. Bloccate l'elemento danneggiato in modo sicuro con una morsa da banco, assicurandovi che il lato con i filetti danneggiati non fuoriesca per più di 20 cm. Una cosa importante rimuovete tutti i residui. Afferrate il tubo aiutandovi con una chiave inglese, facendo attenzione che lo strumento sia perfettamente dritto. Posizionate un nuovo dado sopra una apertura e ruotate lentamente in senso orario per mezzo giro, per poi procedere nel verso contrario. Soffiate o strofinate su eventuali trucioli, stando al di sotto dei filetti. Aggiungete un po' di olioogni volta che stringete.
A questo punto potete posizionare la tubatura stringendola con i dadi necessari. Per avere una migliore tenuta, potete inserire delle fascette di plastica isolante. Ora analizzeremo un altra tipologia di tubi che sono quelli realizzati in pvc. Questa tubatura non è difficile da riparare ma bisogna seguire una procedura specifica. È importante determinare la dimensione dell'area che necessita di manutenzione e se la tubazione è installata in linea retta o curva. Tagliate la parte danneggiata con un cutter o un seghetto, e rimuovete eventuali sfilacciature all'interno e all'esterno del taglio. 

Applicate un primer alla parte integra, quindi stendete un sottile strato di cemento su tutta la superficie adiacente. Spingete in modo delicato le due fessure fino a farle incontrare e stringetele con la chiave inglese per diffondere in modo uniforme il collante. Cosa fondamentale. Questa operazione è da applicare su tutte le altre sezioni rovinate. Finito il lavoro di preparazione, misurate la distanza tra il centro degli attacchi e tagliate una nuova sezione di PVC della lunghezza occorrente. Ovviamente non è facile ma bisogna lavorare su entrambe le estremità in una sola volta, perché il tubo deve ruotare su entrambi i giunti. Il passo successivo è quello di stendere il primer e il cemento su di esse, successivamente spingere la tubazione aggiuntiva all'interno dell'attacco e fissala in sede con un quarto di giro. Come vedete non è semplice fare queste riparazioni quindi se non avete un minimo di dimestichezza, rivolgetevi al personale esperto che vi risolverà il problema nel minor tempo possibile.

Consigli

Non dimenticare mai:
  • Quando stendi il cemento o il primer, lavora piuttosto in fretta, perché tendono ad asciugarsi molto velocemente
  • Di: Luca Tavella


Come ristrutturare gli intonaci di un rustico


Introduzione

L'eleganza di un edificio rustico, potrebbe essere seriamente compromessa da eventuali tracce e danni antiestetici verificabili nel corso del tempo. Come vedremo tuttavia, è possibile provvedere alla restaurazione di un rustico con estrema semplicità, (di seguito, vi fornirò una serie di suggerimenti su come in particolare ristrutturare gli intonaci e restituire all'edificio la sua originaria bellezza).
Tenete conto che generalmente gli edifici rurali, sono costituiti da uno strato di intonaco grezzo interno, e uno strato esterno ottimamente rifinito. Questo strato esterno, potrà essere a sua volta essere costituito da piastrelle, decorazioni pitturali e altro.
Tenendo conto di queste considerazioni, è necessario controllare lo stato esterno ed interno del rustico, per capire anticipatamente se è necessario effettuare un'operazione di restaurazione totale(impiegando maggior tempo e maggiori spese economiche), o soltanto parziale (riparando superficialmente i danni visibili).
I danni visibili di un rustico, potrebbero riguardare ad esempio eventuali crepenell'intonaco, distacco di quest'ultimo in modo più o meno esteso, eventuale muffa o comunque antiestetiche traccie di umidità. L'umidità infatti è quella principale subito a vista.
materiali utilizzati per la costruzione del rustico peraltro, possono essere svariati e molteplici. Tra quelli comunemente utilizzati, emergono ad esempio le componenti in calce, in cemento o in sabbia. Alcune, (come quelle in calce), appartengono ad una categoria utilizzata principalmente nel passato (sarà pertanto necessario porsi alla ricerca di materiali adatti per riprodurre fedelmente lo stesso stile impiegato originariamente).
Se tuttavia il danno estetico è parziale, l'intervento di restaurazione si può limitare alla superficie esterna del rustico (evitando di "toccare" l'intonaco più interno). In questo caso generalmente, si tenta di eliminare gli inestetismi attraverso l'utilizzo di impasti con colorazioni e materiali simili alla superficie sottostante.
Gli interventi preferibilmente, dovranno essere effettuati utilizzando materiali impermeabili (capaci di ostacolare la nascita di umidità). Uno dei problemi maggiori da contrastare infatti, è la permanenza di acqua in grado di agevolare la nascita di muffa o ruggine. Lo stesso discorso ovviamente, dovrà essere applicato all'intonaco esterno dell'edificio.
Alcuni edifici rustici, vengono originariamente costruiti con la tecnica dei "mattoni a vista". In questo caso, non si deve procedere alla loro intonacatura, ma bensì limitarsi a sostituire e pulire le pietre a vista, (attraverso il consiglio di un muratore e l'ausilio di appositi detergenti in grado di eliminare fastidiosi tracce antiestetiche).

Come preparare gli incastri di legno



Introduzione

Per preparare gli incastri di legno esistono vari metodi, si va dal mezzo giro al tenone, passando per la battuta e la mortasa, tutti atti a dare resistenza alle strutture a cui si implementano. Tutto ciò perché due sezioni di legno per essere collegate hanno caratteristiche che sono funzionali, precise e strutturali. Vediamo nella guida che segue come fare.

Occorrente

Assicurati di avere a portata di mano:
  • sega per legno
  • giunti metallici
  • morsetto
  • seghetto da traforo
  • colla per legno
  • carta vetrata (grana n° 150)
Come preparare gli incastri di legno
Per avere un incastro nella maniera migliore, bisogna fare bene attenzione alla formazione di bolle nel giunto, quindi è un lavoro che va fatto con accuratezza. Può capitare però che il legno in questione abbia bisogno delle modifiche per adeguarsi, fato ciò, si poserà sul piano una delle assi e quella in verticale sarà quella che andrà giunta. Sarà utile poi che le due estremità siano a filo e tramite un righello si dovrà inoltre tracciare una linea che dovrà essere pari allo spessore totale del legno, utilizzando il bordo dell'asse orizzontale. L'operazione dovrà essere eseguita anche per gli altri lati, e l'attrezzo da usare per tracciare i punti guida, sarà un coltello di marcatura.
Come preparare gli incastri di legno
È importante segnare i punti dove effettuare il giunto, ovviamente in base alle sue dimensioni, il passo successivo sarà usare una matita grossa per ombreggiare i 2 segmenti, segnalando così la superficie che dovrà essere eliminata, tramite un seghetto da traforo. Per fare ciò però bisognerà bloccare l'asse verticale in una morsa, e lo stesso procedimento verrà effettuato anche per quello orizzontale. Si andrà avanti con l'applicazione della colla su ciò che si è creato, si metterò il giunto metallico che farà si che si potrà rimettere nel morsetto i due pezzi fino all'asciugatura della colla. Ciò porterà alla creazione del "giunto a pettine", dopodiché si rimuovere la struttura ed utilizzare una carta vetrata, possibilmente n.150 per la grana, per poter strofinare la superficie, in alternativa si può anche utilizzare una levigatrice orbitale, che rende la suddetta completamente liscia.


Come preparare gli incastri di legno
Nel caso si lavori con collegamenti di travi poste in modo longitudinale oppure con elementi più massicci invece, si utilizzerà un altro metodo di lavoro. Con un metro a nastro, si conteranno 12 cm prendendo come partenza un angolo del listone, stessa cosa verrà fatto dall'altro vertice, ed i punti verranno segnati con 1 matita. Tramite poi una sega a nastro si taglia l'angolo ricavato, successivamente si poserà il bordo inclinato verso il basso sopra il listone a cui corrisponde, ciò porterà al tracciare ed intagliare dell'angolo complementare. Grazie alla stesura della colla a presa rapida poi si metteranno gli angoli in posizione, e grazie ai morsetti si potrà sfruttare una maggiore velocità di asciugatura. Il passaggio finale sarà il fissaggio dei giunti con delle viti appropriate.



Come tinteggiare gli infissi in legno


Introduzione

Oltre alla realizzazione di mobili di vario genere, il legno viene utilizzato principalmente per la realizzazione degli infissi. Questo materiale, per poter durare più a lungo, ha bisogno di essere pulito e lucidato con prodotti opportuni a base di cere ed oli a base di semi di lino. Specie se si tratta di infissi esterni, quali portoni e finestre, necessitano di essere protetti e salvaguardati dagli agenti atmosferici mediante lucidatura periodica e manutenzione. Qualora però siano troppo deteriorati bisogna effettuare una nuova lucidatura. In questo caso riportate il legno allo stato primordiale e procedete alla totale riverniciatura della finestra. Nella seguente guida sarà spiegato chiaramente come tinteggiare gli infissi in legno.

Occorrente

Assicurati di avere a portata di mano:
  • sverniciatore
  • carta vetrata
  • lana di acciaio fine
  • lucido o finitura
  • tinta ad acqua
  • tura pori
  • guanti
  • abiti di servizio
  • mascherina
  • pistola a spruzzo
  • pennello
  • compressore
  • spugna
Come tinteggiare gli infissi in legno
Come prima cosa indossate degli abiti di "servizio", guanti di gomma e mascherina, in modo da limitare l'inalazione di sostanze nocive. Successivamente provvedete a rimuovere del tutto la vecchia vernice e lo strato di lucido presente. Per tale operazione avvaletevi di carta vetrata a grana grossa, spatola ed eventuali levigatrici. In commercio sono presenti degli sverniciatori utili per riportare il legno allo stato originario. Nel caso in cui la finestra sia molto rovinata, smontatela, mentre per quel che concerne il telaio lucidatelo in loco, ma avendo l'accortezza di proteggere le pareti circostanti con carta e nastro di carta.
Come tinteggiare gli infissi in legno
Una volta asportata tutta la vecchia vernice e lo strato di lucido trattate il legno con un fondo chiamato "tura-pori", necessario per far assorbire al legno sia la tintura che lalucidatura finale. Dopodiché cominciate a carteggiare con carta vetrata e lana d'acciaio fine. Decidete il colore della finestra e passate con una spugna a trama grossa, della tinta ad acqua del colore prescelto. Procedete con le apposite operazioni di lucidatura, che potrete effettuare sia a pennello sia con apposita pistola a spruzzo dotate di compressore. Quest'ultimo metodo di verniciatura da risultati migliori nel caso in cui voi abbiate deciso di usare delle lacche per realizzare una smaltatura della finestra.

Come tinteggiare gli infissi in legno
Ricordate che tra un passaggio e l'altro è necessario far asciugare completamente il prodotto. L'ideale sarebbe passare una o due mani di tura pori e una di lucido. Qualora la superficie non sia abbastanza omogenea, procedete al passaggio di una seconda mano anche di lucido. Se utilizzate una pistola a spruzzo procedete sempre nello stesso verso, evitando di fermarvi in un punto del legno. Fate questo per evitare antiestetiche colature che però, nel caso si verificassero, potrete recuperare intervenendo velocemente con un pennello. Lasciate asciugare per ventiquattro ore e montate il vostro nuovo infisso collocandolo attraverso le cerniere.

Consigli

Non dimenticare mai:
  • Se utilizzate una pistola a spruzzo procedete sempre nello stesso verso, evitando di fermarvi in un punto del legno.
  • Lasciate asciugare tra una mano e l'altra.
  • Di: Giulia Ciaramitaro